Alessandro Magni

Gallipolino, classe 66, avvocato con la passione per la fotografia e l’interesse verso l’azione e l’estremo iscritti nel suo DNA. Seguendo il padre, appassionato della videoripresa amatoriale in B/N sin dagli anni ’60, coltiva la passione della fotografia iniziata all’età di 16 anni, stando accanto ad amici fotografi professionisti, carpendo nozioni e tecniche.
Inizia a scattare con la sua prima reflex, una mitica Canon AE1 Program nei primi anni ’80 e, dopo pochi anni, si rende conto che gli shooting in location ed ambienti chiusi non lo appagano. Si avvicina alla fotografia subacquea, ma i costi proibitivi dell’epoca per l’acquisto delle attrezzature condizionano non poco l’evolversi della sua passione. Con il passare degli anni la telecamera e, quindi, la videoripresa hanno il sopravvento proprio per l’immediatezza della visione di quanto ripreso.
Nella metà degli anni ’90, i grandi eventi nautici a Gallipoli stimolano in lui il ritorno alla fotografia e comincia la collaborazione con varie testate giornalistiche e riviste del settore, regalando scatti unici. La sua ricerca è incentrata sull’adrenalina, che un semplice frame può generare nella mente di chi lo guarda. Piloti, kiter, sub, rider, biker e tutto quello che ha sapore di sport ed azione, danno nuova linfa al suo interesse di tradurre in immagini, uno spaccato di vita ai più sconosciuto.
La fotografia digitale apporta poi una ventata di novità che, colta al volo, gli consente di utilizzare particolari e moderne attrezzature fotografiche, innovative tecniche di ripresa, dalla comunissima cam on board al drone di ultima generazione.
Nota costante nella sua passione è lo “stormchaser”, la fotografia abbinata ad eventi meteo eccezionali. Immortala, così, trombe marine, fulminazioni, mareggiate, i tramonti unici di Gallipoli e qualsiasi evento dove la Natura offre spettacolo. Suggestivi i vari reportage durante i suoi viaggi in Grecia (sua seconda patria), USA, Africa, Inghilterra, Turchia, Olanda, Mauritius, Rep.Ceca, Francia, Spagna.
Dalle sue fotografie si ha la sensazione che, prima di far scattare l’otturatore, egli veda nell’obiettivo quale sarà l’immagine finale ed è questo il motivo per il quale non è mai ricorso al fotoritocco, da lui tanto odiato.

Menu