Pubblichiamo di seguito la “lettera aperta” con la quale il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva fa il punto, con estrema chiarezza, sul momento storico che la Città Bella sta vivendo e sull’attività amministrativa mirata ad attuare uno scenario futuro di crescita nella legalità.
Prendo spunto, per queste mie poche righe di riflessione, da quanto riportato dalla stampa in questi ultimi giorni, senza nulla togliere alla professionalità di tutti i giornalisti che si sono spinti a raccontare Gallipoli (molti dei quali senza conoscerla). Ecco una riflessione, la più lucida e sensata che parte da una profonda conoscenza del territorio.
Partiamo da cos’ è Gallipoli, o meglio da cosa è diventata.
Gallipoli è una suggestiva località del sud Italia; quel sud Italia spesso bistrattato dalla storia, quel sud Italia fatto però di gente capace, orgogliosa e caparbia che se lasciata prendere consapevolezza delle proprie risorse è in grado di sbalordire.
A Gallipoli io ci sono cresciuto. In una Gallipoli che negli anni ’90 era conosciuta per gli arresti dei piccoli delinquenti, giovani a cui l’assenza di speranza portava ad accontentarsi di poche lire derivanti da attività illecite. E poi, c’ è la storia della Sacra Corona Unita che, nei vari disastri combinati nel Salento, passa anche da Gallipoli, con morti sparatorie e tanto di lotte fratricide.
Poi la città è divenuta il collegio di D’ Alema; le lotte politiche romane, le ascese e le cadute dei leader nazionali, hanno poi fatto conoscere Gallipoli al Bel Paese che solo dopo si è reso conto di avere una Perla incastonata sullo Ionio: grezza, non lavorata, ma dalla straordinaria lucentezza.
Quello che è avvenuto dopo è storia più recente. Il Premio Barocco e le dirette Rai, imprenditori illuminati che, invece di scappare con i propri soldi al nord o all’estero, hanno investito in attività che hanno dato prova di eccellenza capace di attirare turisti, di creare filiere e di valorizzare il territorio.
Così negli ultimi 10 anni, Gallipoli ha avuto un boom. Un boom che l’ha resa la città dei giovani, la città turistica capace di distogliere i flussi turistici dalla costiera romagnola, dalla Sardegna e da altre località per portarli tutti nel Salento. Ecco, forse qui vi è l’ inizio della problematica odierna: Gallipoli, il bersaglio preferito della stampa. Si, perché ci sono realtà italiane che per anni sono state protagoniste del turismo, centri nevralgici degli investimenti infrastrutturali e di un’economia basata sulla stagione estiva. Realtà che, però oggi, hanno perso il loro appeal, città che soffrono la crisi delle famiglie italiane e che hanno alberghi vuoti se non fosse per i weekend, per non parlare dei posti di lavoro bloccati nella speranza di nuovi flussi.
E Gallipoli? Beh, Gallipoli cresce e lo fa ogni anno. Si incrementano le presenze a discapito di tutte le altre mete turistiche che scatenano l’ inferno sperando di danneggiare l’ immagine di una città che batte tutti i record di presenze. Ciò che però dispiace è vedere come certe testate ed alcuni giornalisti si prestino al gioco pur di vendere qualche copia in più o per un po’ di notorietà, il tutto a discapito di un territorio che fa sforzi enormi per salvare se stesso e il proprio popolo.
Capisco che la ricerca della notizia e dello scoop è una bramosia, ma mi piacerebbe che non si facessero solo pezzi negativi anche quando super forzati (narcotraffico, affitto balconi ecc..) ma che si aprisse un ragionamento più ampio e serio (come fatto da Confindustria e da Tornesello, ndr Quotidiano di Puglia) che affrontasse la questione nella sua complessità e nella sua interezza.
Dicevamo, Gallipoli batte tutti i record di presenze e, anche quest’ anno, agosto è in overbooking.
Che vuol dire questo? Tutto positivo? Ovviamente no,anzi! Sono innascondibili le riflessioni sulle problematiche che la città ha accumulato in questi anni. Sicuramente è innegabile il fatto che l’assenza di una programmazione, l’ incapacità di governare un territorio, la poca capacità di gestire e prevedere i flussi hanno portato, negli anni, ad una esagerazione (del tipo “tutti fanno ciò che vogliono e le regole non ci sono, ma qualora ci fossero non vi è forma di controllo).
Così ecco una risorsa (il turismo) che a volte diventa un problema. Lo diviene se ci sono le case pollaio, se cresce lo spaccio; diventa un problema se si occupa ogni marciapiede con i tavolini, lo diventa quando tutti i bar e i locali hanno la musica alta tutta la notte ecc.
Allora il problema è il turismo o la pianificazione?
Pensateci, pensate a quei giovani che se fossero vissuti negli anni 90 probabilmente delinquerebbero o andrebbero all’estero senza di esso, oggi invece, grazie al turismo creato in città, hanno una navetta, sono ristoratori o ci lavorano all’interno, fanno le guide turistiche, i bagnini, i dj oppure gestiscono un b&b o una casa vacanza. Grazie al turismo oggi hanno un destino diverso.
Insomma, è bene provare a non buttare via oltre all’acqua sporca anche il bambino, anche perché lamentarsi, accusare o puntare il dito è probabilmente la cosa più semplice da fare. Io credo invece che una riflessione comune, ammettendo le situazioni di illegalità e di pericolo, vada fatta per il bene di tutti.
Allora, ognuno faccia il suo.
A partire da me che ho sia l’ onore di guidare questa città che la responsabilità verso le future generazioni di fare in modo che restino nella loro terra di origine.
Quale futuro per il turismo gallipolino? Innanzitutto partiamo dal non demonizzare in toto il turismo odierno. Se è vero che dai bancomat gallipolini vengono prelevati milioni di euro in 2 mesi allora questo vuol dire che sul territorio questi soldi, in qualche modo, ci restano.
Se un imprenditore viene chiamato dal mondo intero e Riccione gli stende il tappeto rosso allora vuol dire che questo imprenditore proprio sprovveduto non è. Se qualche locale è in grado di portare grandi artisti (per alcuni uniche date italiane) vuol dire che ci sono capacità importanti e ancora, se i lidi o il centro storico sono in grado di attrarre migliaia di persone vuol dire che Gallipoli è in grado di lanciare mode.
Siamo d’accordo, in questi anni forse si è esagerato ed è per questo che è arrivata l’ ora di ridimensionare gli eccessi e di puntare sulla qualità. Certo, la bacchetta magica non ce l’ha nessuno ma bisogna avviare un percorso che, in pochi anni, elimini le criticità e metta invece a sistema le eccellenze.
Per questo, vorrei che non passino inosservati gli sforzi che si stanno facendo.
Punto primo: due anni fa, grazie al dott. Aprea, è stato siglato il ‘Patto per la Sicurezza’ che ha permesso alla città di fare notevoli passi in avanti. Sia lo scorso anno che quello in corso, ci sono stati più controlli e tuttora si prosegue in tal senso grazie alla sinergia fra tutte le istituzioni e le Forze dell’Ordine (Il Prefetto fa veramente un lavoro eccellente ed eccezionale). Infatti, se ci sono più arresti per droga non è solo perché aumenta lo spaccio, ma è perché vi è più controllo del territorio.
Punto secondo: qualche anno fa a Gallipoli la musica era una costante in tutte le ore e in qualsiasi punto della città. Dall’ anno scorso vi è l’ ordinanza che pone limiti e vincoli orari ai bar così come alle spiagge, concedendo solo sette serate in deroga nel mese di agosto.
E’ poco, è qualcosa. Qualcuno sfora o non rispetta gli orari? Può darsi, ma chi controlla fa il possibile per evitare gli abusi.
Punto terzo: ordinanze. Ecco, se quest’ anno vengono stanate centinaia di persone nelle case pollaio, se ci sono più multe per i vaganti senza dimora, non è solo perché aumenta il livello dei furbetti ma perché le ordinanze fatte aiutano Polizia Municipale, Guardia di Finanza e Forze dell’ Ordine a scovare i furbi e punirli.
Ordinanza antibivacco, anticamperaggio abusivo e, soprattutto, ordinanza contro il sovraffollamento con multe pari a 350 euro per ogni persona in eccesso. Ecco come si combattono le case pollaio ed i furbetti che impareranno a non attrarre più turisti selvaggi in futuro. Inoltre, l’ ordinanza anti-volantinaggio fa sì che la città sia più pulita: sono state già notificate 100 multe per affissioni abusive in città.
Punto quarto: pulizia. E’ chiaro che una città che passa da 20mila abitanti a 200mila presenze produce più spazzatura. Altrettanto chiaro è che contro la maleducazione si può poco.
Lo scorso luglio la città ha cambiato la ditta della nettezza urbana: con il piano estate abbiamo potenziato i servizi e da ieri è entrato in vigore il terzo turno di raccolta serale che aiuta a tenere la città pulita.
Certo, una carta per terra o un cestino strapieno da fotografare, postare su Facebbok per creare la polemica lo si può trovare sempre; ma è sotto gli occhi di tutti, come la città, nelle ultime stagioni estive, sia stata molto più pulita.
Punto quinto: centro storico. Ultimamente diventato un po’ terra di nessuno. Abbiamo provato con atti amministrativi a renderlo più dignitoso. Regole più stringenti per l’ occupazione di suolo pubblico, divieto per ogni ape-calessino di fare musica ed anche di percorrere le stradine del centro storico (salvo poi essere smentiti dal TAR). Abbiamo bloccato le licenze per ristoranti, ormai diventati troppi. Abbiamo fatto tutto?
Sicuramente no, ma serve che siano sottolineati gli sforzi ed i passi in avanti.
Inoltre, la cosa che più mi rammarica e che trovo ingiusta è che non vengano sottolineati i passi in avanti positivi che, negli ultimi anni, sono stati fatti per rafforzare l’idea di industria del turismo (che grazie a Gallipoli porta ricchezza ad un intero territorio).
Partiamo dalla promozione. Quest’ anno Gallipoli è stata presente in tutte le fiere del turismo (Lecce, Rimini, Milano e Berlino) per promuovere la città al di fuori della stagione estiva. A favore della destagionalizzazione, mi preme ricordare le ‘notti bianche della cultura’, il Capodanno con mostra dei pupi e concertone della Notte della Taranta, il Carnevale, la festa patronale di Santa Cristina riportata agli antichi fasti, gli educational fatti grazie alla lungimiranza della Regione.
I risultati, vedrete, arriveranno.
Gallipoli ha avuto un pezzo di storia chiuso per molti anni. Da qualche tempo, è possibile visitare il Castello che ospita anche quest’ anno una mostra di cui ne parla l’ Europa tutta, tranne il Salento (nb. Hackert).
Nessuno dice che Gallipoli ha una rete museale che negli ultimi anni si è potenziata e riesce a fare invidia alle migliori città d’ arte (Presenti in città: Museo civico, Museo del mare, Sala Collezione Coppola, Centro di cultura del Mare, frantoi ipogei, chiese barocche).
Innegabile lo sforzo fatto sull’investimento culturale (vedi Festival della Poesia e Salento Book Festival) per innalzare il livello del turismo .
Basta tutto ciò? Ovviamente no, perché per arrivare a risultati migliori non solo ci vuole tempo ma occorrono investimenti strutturali e la collaborazione di tutti, a partire dalla Regione Puglia con la quale va stabilito (così come suggerito dal settore turismo di Confindustria) un accordo di programma col quale affrontare le priorità per la città, senza far passare i secoli (portualità, riutilizzo reflui, recupero water front).
Necessari imprenditori e commercianti per collaborare e per salvare la città dal turismo selvaggio,
aumentando la qualità dell’offerta e il livello dei servizi (devo ammettere che l’ idea del tavolo tecnico del turismo è stata una buona sperimentazione in grado di farci trovare soluzioni partecipate importanti grazie alla collaborazione di commercianti e imprenditori). Fondamentale il bisogno delle Forze dell’ Ordine che aiutino nei controlli,così come importante è il ruolo dei giornalisti,che scrivano con parole di verità ciò che non va ma che raccontino anche con orgoglio le cose positive di un sistema territoriale che oggi, finalmente, offre speranza ai suoi giovani.
Ecco, diciamo che noi giovani abbiamo ereditato una situazione che mette in luce tutte le falle di un sistema consegnatoci da una vecchia classe dirigente e tocca proprio a noi giovani invertire ora la rotta.
Dateci il tempo perché i risultati arriveranno. Ecco, insomma, Gallipoli per molti è una realtà da attaccare perché fa paura a tutte le altre mete turistiche, per noi è, invece, oltre alla città più bella del mondo, la più grande sfida positiva che una classe politica, commerciale, imprenditoriale, intellettuale possa cogliere.
Stefano Minerva
GALLIPOLI, 7 agosto 2017
