Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli e presidente della Provincia di Lecce, dice “No” alle attività di pesca indiscriminata con il sistema della rete a circuizione detto “cianciolo”, praticato con modalità di “saccheggio” da pescherecci provenienti da altri compartimenti marittimi.
Di seguito, il suo intervento integrale.
Gallipoli, 8 settembre 2023
LA REDAZIONE
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“Siamo alle porte dell’autunno e come ogni anno si presentano le stesse problematiche che interessano il nostro habitat marino. Vorrei dire pescherecci, ma in realtà si tratta di vere e proprie navi, provenienti da altri compartimenti (Sicilia e Campania), attrezzate per la pesca dei pelagici, fornite di reti cieche alte 100 metri e di sofisticata attrezzatura elettronica per l’individuazione dei banchi di pesce. Qualsiasi tipo di pesce, dal più grande al più piccolo, non ha via di scampo e il saccheggio è pressoché totale in quanto oltretutto l’orario di pesca è h 24 per giorni e giorni. Inoltre il pesce già imballato, per occultare la natura del pescato, viene scaricato la notte per non dare nell’occhio.
Tutto ciò avviene nel nostro mare dove i nostri pescatori praticano una pesca ecosostenibile dettata da un tempo di lavoro in mare autoregolato e limitato intorno a una media di 9/10 ore, caratterizzato dall’utilizzo di reti controllate dalla regolamentazione della piccola pesca. Il nostro mare, che è di per sé ricco di fauna e flora in fondali incontaminati, che consentono l’arrivo di varie specie per la deposizione delle uova, non può e non deve essere saccheggiato con una pesca indiscriminata e soprattutto di tipo industriale, in quanto arreca danni incalcolabili all’intero ecosistema marino.
Continuare a consentire un operato di questo tipo significa inoltre deturpare sensibilmente un meraviglioso luogo di straordinaria attrattiva turistica che, oltre alla pesca, per i locali è fonte di reddito. In buona sostanza, l’arrivo ciclico di queste navi da pesca rappresenta un autentico pericolo per l’ecosistema marino e un sicuro danno alla nostra economia.
Per questo motivo, ci tengo a specificare la più sincera e netta contrarietà a questa modalità di pesca, motivo per cui chiedo a gran voce alle Istituzioni, alla Regione, al Governo, all’Unione Europea di intervenire per evitare questi veri e propri scempi.
Mi permetto anche di aggiungere, relativamente a questa modalità e alle zone in cui svolgere le attività, un forte dispiacere nell’apprendere che certe, chiamiamole così, soffiate vengano date dagli abitanti del posto. Questo vuol dire solo una cosa: non avere a cuore il proprio territorio.
Infine, il mio invito a chi di dovere di effettuare gli opportuni controlli poiché probabilmente le azioni di pesca iniziano già sulle secche inferiori a 100 metri con attività di pastura perciò ritengo inammissibile che altri pescherecci provenienti da fuori debbano deturpare così il nostro ecosistema.”
Stefano Minerva